La Sforzesca
in Verde è sempre una manifestazione che vale la pena di vedere
e stavolta che non sono tra i miei monti, ho deciso di fare un giro a questa manifestazione, non solo per rinfrescare la memoria di questi bei luoghi, ma anche per salutare un po’ di amici che da un po’ non vedo.
e stavolta che non sono tra i miei monti, ho deciso di fare un giro a questa manifestazione, non solo per rinfrescare la memoria di questi bei luoghi, ma anche per salutare un po’ di amici che da un po’ non vedo.
La giornata
è tiepida con un po’ di nuvole, l’ideale per chi deve fare una corsa in mezzo
la campagna e per la via Rebuffi con la bici, in breve si arriva in vista del
Colombarone, dove già si vedono dei corridori in un’affannosa ricerca di un
parcheggio per l’auto.
Proseguendo
verso il ritrovo della corsa, la confusione è grande per chi non è avvezzo a questo
genere di cose, ma in realtà trovi sempre qualche anfitrione, che dispensa
consigli e informazioni ai corridori in arrivo.
Continuando
verso il tavolo delle iscrizioni, una coda lunga e ben ordinata di atleti, è in
attesa che gli informatizzati collaboratori, distribuiscano a loro il sospirato
cartellino per partecipare alla corsa.
Ben diverso
è il clima ai tavoli dei ristori, dove sebbene sembrino tutti rilassati, in
realtà è tutto un daffare per preparare quanto serve all’arrivo degli atleti.
Chi le frittelle, chi la sangria, chi il risotto, quello che importa fare qualcosa per chi arriverà di lì a poco affamato e assetato.
Chi le frittelle, chi la sangria, chi il risotto, quello che importa fare qualcosa per chi arriverà di lì a poco affamato e assetato.
La strada è
sempre la solita e basta seguire il flusso per incamminarci verso i Ronchi,
dove tra papaveri rossi e biancospini fioriti, il percorso resta sempre bella e
rilassante per quanti arrivano dalla città.
Giù dalla
costa, verso San Vittore, oltre il Crocefisso, fino alla cascina Ricaldina, è
un susseguirsi di percorsi straordinari.
Giovani,
anziani, donne, bambini, nessuno sembra soffrire la stanchezza ammirando il
paesaggio di questa campagna sconfinata.
Chi di
corsa, chi camminando, chi ridendo, chi scherzando, quello che importa essere
vivi per vivere questa straordinaria scarpinata.
Ma purtroppo
finisce anche questa corsa e sembrerebbe che tutto ciò sia finito, in realtà
all’arrivo c’è la grande sorpresa, perché se si stanchi e affamati, questo
ristoro non finisce mai di stupire.
Risotto,
frittelle, sangria, è solo una parte di ciò che può dare questa compagnia,
perché oltre la varietà e l’abbondanza delle vivande, quel che conta farlo
con
tanta simpatia.
Angelo Boaretto
Foto di Enzo Cestari
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