9 Settembre 2008 - Penultima tappa del cross Novara
Per non perderci questa gara, visto che sapevamo l’orario effettivo di partenza, ci siamo mossi per tempo. Partenza da parcheggio del Giesse, dovevamo essere di più ma alla fine ci troviamo in cinque: Io, Marti, Marci, Vince e Nadia;
Si parte, cartina alla mano decidiamo di fare i paesini per arrivare a Lumellogno, ci perdiamo un paio di volte ma arriviamo!
Alla partenza incontriamo Vittorio e consorte e la mia amica Elena di Cerano, si parte tutti insieme alle sette e trenta, adulti e minigiro , sei chilometri per tutti e 800 metri per i bambini, subentra un po’… di confusione perche non era esattamente segnalato il giro dei bimbi ma io e Vince fermandoci riusciamo a risolvere la situazione.
Proseguiamo il nostro giretto, il percorso non è proprio esaltante (sterrato e risaie) ma almeno non siamo in mezzo al traffico, Insieme a Vince concludo la mia gara, all’arrivo troviamo i miei pupi, dopo un po’ arrivano Nadia, Vittorio e consorte.
Solito rituale premiazioni, tutti premiati questa volta si torna a casa più contenti, soprattutto i piccoli che come premio hanno ricevuto un cronometro.
Mi dispiace Angelo.. non ho trovato foto ma ti pubblico una cosa carina sulla storia del riso edita proprio dall’Azienda agricola Fontanella di Lumellogno…
La località di Lumellogno si trova a sud-ovest di Novara, dista a soli 7 km dal centro del capoluogo ed è immersa nelle risaie che offrono un panorama suggestivo, unico e tipico della pianura padana... facilmente raggiungibile
L'espressione "terre d'acqua" si associa immediatamente all'immagine del paesaggio primaverile della Bassa Novarese: una sterminata piana di rettangoli d'acqua che qui chiamano "il mare a quadretti". Sono le risaie, che ad aprile vengono allagate per favorire la crescita delle piantine, quando saranno emerse, coloreranno di verde brillante la pianura che sarà poi, al finire dell'estate, gialla dorata per le spighe mature.
Poesia
I nuarés di Lisandar (Sandro Bermani)
Afuria da catàravie cicòria,
da ransà érba e da fa andà silòria,
da mundà ris e scargà rutt o gèra,
al so destin l'è stai da guardà in teram, da lavurà,
sgubà giò al pian di babi…
San però ch'al ghè un ciel 'd sura di gabi!
E pardigal a tuti,
mè int'un vul la Cupola sa slunga incuntra al sul!
(A forza di raccogliere rape e cicoria, di tagliare erba e arare, di mondar riso e scaricare letame o ghiaia, il loro destino è stare a guardare per terra, lavorare, faticare giù al piano dei ranocchi…Sanno però che c'è un cielo sopra i salici! E per dirglielo a tutti, come in un volo, la Cupola si protende incontro al sole!)
Anna Maria
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